Formazione: tutti gli errori del PNRR

Cosa possiamo fare per sostenere il futuro dei giovani? Come parlare dello sviluppo verde e digitale del Paese in modo che non sia il solito “bla, bla, bla” – come l’ha chiamato di recente la giovane attivista svedese, Greta Thunberg? 

Stiamo vivendo un momento decisivo e critico e sono tante le domande a cui bisogna trovare le risposte giuste, per evitare di perdere “la grande occasione del PNRR” e di vivere in un mondo in cui i giovani e gli adulti faranno sempre più fatica a inserirsi nel mercato del lavoro.

Dario Odifreddi, su un articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera, fa un’analisi preoccupante su come le risorse destinate dal PNRR a sostegno dei giovani e dei loro percorsi formativi, possano essere poco incisive, se non addirittura sprecate, in azioni che sostanzialmente non cambieranno il triste scenario dei tanti ragazzi che, privi delle competenze richieste dal mercato, non riusciranno a trovare un posto di lavoro.

“Sono le persone il vero moltiplicatore che ci farà aumentare la produzione di ricchezza. Sono le professionalità adeguate che potranno invertire la scarsa produttività delle nostre aziende”, così Odifreddi insiste sul bisogno di un cambio di passo che metta al centro degli investimenti “buoni” tutte quelle organizzazioni formative, come i percorsi ITS e I&FP, che stanno già dimostrando di saper contrastare efficacemente il dilagante fenomeno della dispersione scolastica.

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