Il Progetto

La Piazza dei Mestieri sviluppa il potenziale, spesso nascosto, dei giovani durante la delicata fase che li porta dall’adolescenza alla vita adulta.

Per raggiungere questo obiettivo è necessario che ci sia un luogo familiare, in cui i giovani siano aiutati a recuperare il valore della propria persona, facilitati a dire “io”, in cui siano condotti ad affermare che esistono e valgono e che questo è quanto di più affascinante ci possa essere nell’universo. Un ragazzo che non ha mai provato a dire “io” con consapevolezza è come se non esistesse, o meglio, è come se tutte le cose intorno a lui diventassero niente, nulla ha più interesse, niente vale la pena (non esistono più i valori).

La Piazza dei Mestieri si ispira idealmente alle piazze di una volta, dove persone, arti e mestieri si incontravano e, con un processo di osmosi culturale, si trasferivano vicendevolmente conoscenze, abilità e passione per il proprio lavoro. Analogamente, il centro potrebbe ispirarsi anche all’agorà della polis greca, luogo eletto allo scambio delle idee, al confronto delle analisi e delle prospettive in vista dell’accrescimento del bene comune.

L’obiettivo finale è quindi quello di creare un punto di aggregazione dei giovani in cui sia evidente un contenuto educativo e dove si possa sperimentare un approccio positivo alla realtà, dall’apprendimento al lavoro, dal modo di usare il proprio tempo libero alla valorizzazione dei propri talenti anche attraverso l’introduzione all’arte, alla musica e al gusto.

Il progetto viene attuato recuperando, in due fasi successive, uno stabile di circa 7.500 mq (un intero isolato, con ingresso principale da Via Durandi 13) e successivamente l’immobile frontistante, di circa 3.500 mq (con ingresso principale in Via Durandi 10), che si collocano all’interno del contesto metropolitano in un luogo facilmente accessibile per i giovani.

Le attività che si snodano attorno a questo fulcro hanno reso questo luogo punto d’incontro e di accoglienza di persone, esperienze e attività.

Gli spazi sono definiti, progettati e realizzati in base alle attività che in essi si svolgono, con un continuo coordinamento delle tante funzioni presenti, poiché la valenza educativa del luogo risiede nella possibilità di far convivere attività diverse, con lo scopo comune di rappresentare una possibilità per ogni singolo giovane.

La Piazza dei Mestieri si rivolge prevalentemente ai giovani tra i 14 e i 18 anni.

Nelle nostre città, soprattutto nelle realtà metropolitane, cresce il numero dei ragazzi che lentamente scivolano verso forme di esclusione sociale, che tendono ad abbandonare la scuola, che vivono una marginalità rispetto al tessuto sociale. Sono rassegnati, ansiosi, timidi, esitanti, di difficile contatto, talvolta aggressivi, e i loro risultati sono scarsi. Si sentono soli, non amati, inadatti.

Per questi giovani non possiamo limitarci a fare sterili indagini conoscitive, né marginalizzarli dichiarandoli diversi, poiché essi esprimono con più forza la stessa esigenza di compiere la propria esistenza che abbiamo tutti noi, la stessa necessità di essere considerati, voluti, abbracciati.

La motivazione più semplice, forte e convincente per decidere di frequentare un luogo ed eventualmente intraprendere un percorso educativo è sentirsi accolti. Questa è la ragione per cui il primo momento, quello dell’accoglienza, il più tipicamente caratterizzato dall’ascolto e dall’osservazione, è il fattore decisivo che rende la Piazza dei Mestieri un luogo fisico per i giovani, “una casa”, che ne facilita l’integrazione e diventa possibilità per la loro vita.

Sono presenti sportelli informativi nei quali i giovani possono trovare orientamento e risposte alle loro esigenze, dalle più semplici fino a quelle di trovare un’occupazione o un percorso scolastico o formativo.

Gli operatori presenti negli sportelli orientativi utilizzano percorsi e metodologie adeguati agli interlocutori, aiutando i ragazzi a individuare, sviluppare ed esprimere le loro attitudini, i loro desideri e a coniugarli con il mercato del lavoro, della scuola e della formazione.

Uno degli aspetti più problematici per i giovani è quello del rapporto con lo studio e con il sapere. Sempre più spesso ci confrontiamo con giovani che vorrebbero lasciare precocemente la scuola, che hanno collezionato più insuccessi, che hanno difficoltà ad imparare o che imparano più lentamente di altri, che hanno avuto una vita scolastica segnata da problemi personali e sociali e che spesso non hanno interesse a riscoprire il desiderio di imparare. 

I Piazza Dei Mestieri sono molteplici le attività specifiche (sia nei percorsi curriculari, sia nei cosiddetti “Progetti Speciali”) rivolte non solo ai ragazzi che frequentano i corsi di formazione professionale, ma anche a centinaia di ragazzi provenienti da una ampia rete di collaborazione con le scuole del territorio. Sono attività volte al miglioramento del rendimento scolastico dei giovani, attraverso azioni ed interventi di prevenzione delle varie forme di dispersione scolastica, mediante attività di approfondimento e di ampliamento delle conoscenze e del sapere.

Sono attivi percorsi flessibili di sostegno e di appoggio alle attività scolastiche, in stretto raccordo con la scuola frequentata dal ragazzo, partendo dalle esigenze della singola persona ed utilizzando metodologie di apprendimento diversificate.

I percorsi si svolgono al pomeriggio e sono sostenuti anche dall’attività di volontariato di insegnanti qualificati che garantiranno il nesso con le istituzioni scolastiche del territorio e con le famiglie.

I mestieri – legati alla manualità, alle tradizioni, ai servizi alle persone – vivono la contraddizione di un relativo benessere economico (è noto a tutti che un idraulico o un tornitore guadagnano di più di un professore) e di un mancato riconoscimento sociale che rende poco attraente per i giovani tale percorso e crea crescenti problemi di trasmissione dei saperi e delle competenze.

Il sistema dell’obbligo formativo lascia troppi ragazzi per strada, nella componente scolastica, e patisce i fenomeni tipici della “selezione avversa” nella sua componente di formazione professionale; quest’ultima viene ancora prevalentemente scelta, infatti, dai ragazzi con grandi problemi. E le difficoltà sembrano crescenti proprio nella trasmissione dei mestieri, laddove cioè il grado di codificazione dei saperi è più basso e più rilevante è quella componente di conoscenza tacita.

Il modello dell’alternanza, attraverso l’esperienza concreta, consente, da un lato, alle conoscenze generali di divenire saperi operativi e, dall’altro, grazie allo sviluppo delle conoscenze teoriche, all’allievo di acquisire quelle capacità di trasferire in situazioni diverse quanto appreso con l’attività pratica.

L’alternanza tende ad integrare le contrapposizioni tra la formazione generale e la formazione professionale, tra teoria e pratica. Non si tratta, quindi, di giustapporre insegnamenti pratici ad insegnamenti generali (insegnamenti scolastici tradizionali) bensì di determinare un rapporto/interazione tra le conoscenze apprese nella pratica e quelle apprese nei corsi scolastici.

La dimensione culturale è parte integrante del nostro modello in quanto elemento fondamentale per la crescita della persona umana ed in particolare dei giovani. L’obiettivo è di offrire occasioni di partecipazione concrete, che siano in grado di regalare esperienze significative, capaci di far cogliere la bellezza nelle diverse forme di espressività umana, che contribuiscano a ridurre la povertà educativa e l’emarginazione sociale.

Attraverso la musica, il teatro, il cabaret, la lettura, la poesia, la cinematografia, il racconto, la condivisione della capacità artistica o tecnica, le arti figurative e la condivisione della conoscenza, i giovani scoprono attitudini, coltivano passioni o ancora sviluppano talenti, migliorando la propria persona e di riflesso il contesto in cui vivono.

L’approccio alla programmazione parte dall’etimologia stessa del termine cultura che, nella sua radice latina “coltivare”, indica una strada protesa ad “attendere con cura” degli esiti e dei frutti. Crediamo che non sia l’estemporaneità a generare un cambiamento, ma il sedimentare di una passione, una frequentazione ripetuta, un’educazione stimolata e un esercizio continuo. Per questo i nostri eventi si ripetono; pur trattando temi sempre nuovi, hanno un filo conduttore con interpreti sempre diversi e utilizzano forme espressive diverse pur cercando di arrivare sempre allo stesso punto: il cuore dello spettatore, qualunque sia la sua età e qualunque sia la sua condizione.

Ogni anno migliaia di ragazzi fanno esperienza diretta di questa bellezza e ogni anno sorprendiamo nei loro volti il frutto dell’esperienza che hanno fatto, ritrovando lo slancio per continuare a sfidarli a dare il meglio di sè, per il loro bene e per quello di tutti.

Il tempo libero è lo spazio in cui più facilmente emerge la personalità del giovane in modo immediato e quindi si tratta di un elemento centrale per la sua educazione.

Per la mentalità comune è il momento in cui ci si dimentica di tutto e si vive quasi in un’assenza di responsabilità. In realtà è il luogo della più trasparente scelta del ragazzo, il momento in cui emergono i veri interessi: il problema è quindi capire quali sono gli interessi della vita, evitando facili scivolamenti verso un disimpegno. Una educazione incapace di affascinare il giovane nel suo tempo libero è certamente angusta e non adeguata umanamente. L’attività sportiva facilita una implicazione con la realtà, aiuta il coinvolgimento con il gruppo, pone degli obiettivi sfidanti, convoglia l’energia verso un’esplicazione positiva.

All’interno della Piazza dei Mestieri sono previste attività ed eventi sportivi durante tutto l’arco dell’anno, organizzate da professionisti e volontari, che vedranno la partecipazione attiva dei ragazzi a vario titolo coinvolti nella struttura.

Le attività sportive sono uno dei fattori che maggiormente favoriscono il dialogo tra la Piazza dei Mestieri e il territorio circostante, gli agenti di sviluppo locali, le associazioni e i servizi pubblici, così da facilitare l’integrazione del centro aggregativo all’interno della circoscrizione.
Per tali attività è a disposizione una palestra e un ampio terrazzo attrezzato.

La Piazza dei Mestieri nasce soprattutto come spazio aggregativo per i giovani nel tempo libero. Nelle piazze di un tempo si incontravano i giovani, gli adulti, gli anziani, insieme discorrevano, dibattevano, affrontavano problemi e necessità, si davano una mano insomma. Occorre avere il coraggio di fare compagnia ai ragazzi là dove essi normalmente si ritrovano, entrare nel loro mondo, affiancarsi a loro, nel totale rispetto della loro libertà. Per questo la presenza degli adulti nelle attività aggregative sarà discreta, ma costante, con una chiara identità educativa.

Per questo è a disposizione il pub, gestito insieme ai ragazzi, che potranno incontrare i loro amici nel pomeriggio e alla sera. La birra sarà fabbricata nel laboratorio sottostante, utilizzando apparecchiature ed esperienze degli antichi mastri birrai tedeschi.

Almeno 2 serate alla settimana avranno un taglio di natura culturale, saranno quindi organizzati momenti di musica, incontri enogastronomici, incontri legati ai beni culturali, dibattiti.

Il circolo ristorativo, gestito insieme ai giovani, è un luogo in cui è possibile per gli associati prenotare pranzi, cene, buffet, rinfreschi e quant’altro preparati dai giovani che escono dai percorsi formativi o dalle attività di laboratorio protetto.

Per i ragazzi frequentanti i laboratori è un modo di misurarsi realmente con la qualità del proprio lavoro senza avere il carico di un locale aperto al pubblico in cui è difficile gestire tempi e situazioni e quindi non adeguato per i fini educativi oggetto del presente progetto, mentre per gli utenti sarà la possibilità di avere a disposizione un luogo per cenare insieme a costi accessibili.

I laboratori rivestono particolare importanza in quanto tendono a recuperare figure artigianali presenti sul territorio, ma in fase di abbandono. I laboratori sono essenziali per garantire una formazione stabile per i giovani, assistiti nel loro apprendimento da professionisti e artigiani che svolgono anche una funzione di tutoraggio (sull’esempio del rapporto tra il vecchio artigiano e il giovane apprendista). Questa forma di apprendimento dà la possibilità di un affronto del mondo del lavoro futuro senza traumi e con prospettive di definitività.

A partire dall’analisi dei fabbisogni sono stati individuati laboratori volti al recupero degli antichi mestieri piemontesi legati alla gastronomia (gelateria, pasticceria, cioccolateria) e alla ristorazione (cucina, servizio in sala, panificazione), come pure ai settori a forte potenzialità di inserimento lavorativo (acconciatura ed estetica, comunicazione integrata e tipografia).

L’inserimento dei giovani in tale ambito ha come obiettivo un graduale completamento della formazione, tale da rendere l’allievo effettivamente capace di entrare in modo positivo e stabile nel mondo del lavoro.

Trovare lavoro è una delle esigenze in assoluto più sentite dai giovani, per un desiderio di indipendenza dai genitori o, frequentemente, per esigenze di sostegno al reddito famigliare. Con il lavoro vogliono dare una svolta alla loro vita. Ci si scontra però immediatamente con la mancanza di una cultura del lavoro. Ai giovani non è sufficiente trasmettere competenze, delle tecniche: occorre educarli al lavoro e insegnare a lavorare. Ciò significa che bisogna accompagnare il giovane in questo mondo estraneo e spesso sentito come ostile, attivando percorsi di inserimento lavorativo guidati, utilizzando Promotori dell’Inserimento Lavorativo che hanno la specifica funzione di fare matching tra domanda e offerta di lavoro e accompagnare fisicamente i giovani nelle fasi di tirocinio e di inserimento lavorativo vero e proprio, fino alla stabilizzazione.